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Il nuovo Mac Mini sotto test


Smith@@™
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Del Mac Mini quasi tutti a un certo punto danno per scontata la fine. Apple ha in questo la sua responsabilità, perché aggiorna il Mini con una frequenza relativamente bassa. O almeno lo faceva, dato che le innovazioni più recenti (un refresh tecnologico e il nuovo modello di cui parliamo in queste pagine) sono arrivate a 7-8 mesi dalle precedenti. Oggi del Mac Mini si vede soprattutto il nuovo design, ma anche “dentro” qualche elemento interessante c’è.

Il nuovo case è più largo, più sottile ed esteticamente rivoluzionato. La forma è ancora quadrata ma di dimensioni simili all’Apple TV, il materiale usato è l’alluminio invece della combinazione policarbonato-alluminio. Il processo costruttivo è l’unibody: tranne il pannello posteriore e uno sportello sul fondo, entrambi di plastica nera, tutto il corpo del Mini è ricavato da un unico blocco di alluminio.

Uno dei vantaggi più apprezzati del nuovo Mini sta nella perdita dell’alimentatore esterno. Oggi il piccolo Mac consuma meno rispetto ai modelli precedenti, quindi Apple ha potuto ridurre le dimensioni dell’alimentatore tanto da integrarlo nel case. La conseguenza è che il nuovo Mini è sì un po’ più pesante del precedente, ma il “complesso” risulta più leggero se aggiungiamo a quest’ultimo anche il peso dell’alimentatore esterno.

Sul frontale del Mini c’è il solito slot del SuperDrive 8X, sul lato posteriore le porte e i connettori del Mini. Qui la novità principale è trovare, al posto dell’uscita mini-DVI, una uscita HDMI per il collegamento a una TV HD. C’è in dotazione un adattatore HDMI-DVI per portare il segnale video – non audio – a un monitor standard, l’adattatore da Mini DisplayPort a DVI è ancora opzionale.

Al Mini possono essere collegati simultaneamente due monitor, con estensione o replica del desktop. La porta HDMI arriva a 1.920 x 1.200 pixel, la Mini DisplayPort a 2.560 x 1.600 pixel. Quando si collega una TV via HDMI, il pannello Monitor delle Preferenze di Sistema mostra le risoluzioni televisive disponibili: 720p, 1080i, 1080p e via dicendo. Bene per chi usa il Mini come media center, ma ci si continua a scontrare con un software (Front Row) limitato e con l’impossibilità di riprodurre Blu-ray.

L’altra novità del retro del Mini è un lettore di schedine SD che accetta memorie SD, SDHC e SDXC. La posizione di questo slot è scomoda, ma il design compatto del nuovo Mini limita inevitabilmente lo spazio per porte e connettori.

La dotazione sul retro è completata dal pulsante di accensione, la presa per il cavo di alimentazione, la porta Gigabit Ethernet, una FireWire 800, quattro USB 2.0 collegate a due bus distinti, i mini-jack auto-sensing analogici-ottici di ingresso e uscita audio. Mancano la quinta porta USB e lo slot per il lucchetto Kensington. La sezione wireless comprende Bluetooth (2.1 con EDR) e Wi-Fi (802.11a/b/g/n) e dovrebbe avere prestazioni migliori di prima, grazie al posizionamento di un’antenna sul retro e di un’altra in basso vicino al frontale.

Il nuovo design del Mini semplifica moltissimo la sostituzione della RAM, un processo prima esageratamente complicato. La base in plastica nera del Mini ha due piccole rientranze: inserendo un pollice in ciascuna di esse e ruotandola, si solleva a rivelare la sezione della RAM. Basta togliere le schedine di memoria standard e sostituirle con altre nuove. Non che sia sempre necessario: i 2 GB standard sono sufficienti per molti, l’espansione a 4 GB conviene farla fare direttamente da Apple come opzione al momento dell’ordine. Ora è supportata anche una dotazione di 8 GB di RAM

La semplicità non si è estesa ai dischi. Anche con il nuovo Mini c’è da smantellare prima di arrivare all’hard disk interno e sostituirlo, operazione che Apple ci consente di fare ma con il solito avvertimento: se si rompe qualcosa, i danni non sono coperti dalla garanzia. In realtà il disco base da 320 GB è sufficiente per buona parte degli usi, se ci serve più spazio è meglio acquistare un disco esterno FireWire. Il Mini continua infatti a usare dischi da 2,5 pollici e 5.400 rpm, meno performanti di un buon disco esterno FireWire.

La configurazione standard del nuovo Mac Mini va a posizionarsi, per il processore, fra le due precedenti: un Core 2 Duo a 2,4 GHz contro le due versioni a 2,26 o 2,53 GHz. Quello che cambia, e molto, è la dotazione grafica con il nuovo chip nVidia GeForce 320M. I test dei Macworld Labs mostrano che il guadagno di prestazioni del nuovo Mac Mini rispetto ai modelli precedenti è in linea con queste specifiche: lo abbiamo già spiegato in questo articolo.

Lasciando perdere i numeri, la sostanza è che il nuovo Mini gestisce la vita digitale quotidiana (web browsing, e-mail, word processing, applicazioni iLife ‘09) senza alcun problema. Qualche freno si sente se teniamo aperte molte applicazioni, quindi chi pensa di trovarsi spesso in una situazione del genere farebbe bene ad espandere subito la RAM a 4 GB.

Tirando le somme, il nuovo Mac Mini conferma la sua filosofia di base: far stare in un piccolo case una quantità adeguata di funzioni e di potenza elaborativa. A parte la lentezza del disco standard, non c’è da lamentarsi anche per questo nuovo modello. La dotazione della porta HDMI lo rende interessante per chi ne voglia fare un media center, il chip grafico “dotato” lo rende anche una discreta macchina da gioco (ma non da gamer accaniti). Insomma, il nuovo Mini è una macchina versatile e adatta per chiunque non abbia necessità di prestazioni elevate.

A chi converrebbe acquistarlo? Sintetizzando, a tutti quelli che hanno considerato l’acquisto di un Mini e hanno saltato la generazione immediatamente precedente, a chi ha un Mac in configurazione media più vecchio di inizio 2009 e sente la necessità di cambiare. Chi possiede un Mac desktop più recente, invece, non avrebbe probabilmente vantaggi particolari, se si esclude la presenza di una uscita HDMI e una dotazione grafica convincente. Ma se la grafica conta molto, probabilmente la strada del Mac Mini è in ogni caso poco indicata.

Il punto un po’ debole del nuovo Mac Mini è il prezzo (799 euro). È vero che al costo (circa) del modello “top” precedente oggi si ha un Mini di nuovo design e con prestazioni grafiche superiori, ma è altrettanto vero che la scelta è stata ridotta a un solo modello e che il prezzo di ingresso alla linea Mini è aumentato. Sono lontani i tempi in cui il Mac Mini era il Mac “d’assalto”.

 

Fonte a rticolo completo: macworld

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