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[GIOIA] Grazie Samp


mrmojorisin17
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23 posts in this topic

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Sto gioiendo per la conquista della qualificazione ai preliminari di Champions League per il prossimo anno.

Cosa c'entra la finale di Coppa dei Campioni di Wembley del '92? Non tiriamo fuori una grande delusione del passato che ancora brucia...

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ahhhh tu dici il fatto dei preliminari , che è la prima volta ....ok ok

 

scusa per aver riesumato un brutto ricordo in un momento di festa, cmq da juventino sfigato auguro una buona Champions alla Samp ...sel'è meritata :D

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Io non ho scritto prima volta da nessuna parte! :D

Ho solo detto grazie a questa fantastica squadra per le grandi gioie che mi ha regalato quest'anno...

Fra cui quelle di battere la Juve, il Genoa, la Fiorentina, il Milan, la Roma, l'Inter... E la più grande di tutte, la più recente, ovvero quella di poter giocare i preliminari di Champions il prossimo anno!

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Direi che dal punto di vista del gioco, nell'ultima parte del campionato, ha mostrato senz'altro il gioco più spettacolare e divertente. Meglio di Inter (pratica ma dura) e Roma (troppo leziosa per i miei gusti)

 

Giorgio

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Sicuramente ha giocato una gran calcio, divertente e pimpante.

La grande soddisfazione deriva anche dal fatto di aver raggiunto un traguardo così importante con giocatori scartati da altre squadre. In primis Storari, uno dei principali artefici di questa grande impresa avendo giocato partite eccezionali (a Milano con l'Inter, a Roma e oggi; le prime che mi vengono in mente); poi ci sono Zauri, Semioli, Cassano, Pazzini. Forse dimentico qualcuno ma la gioia è talmente grande...

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Lo ritengo un buon allenatore, sia per la personalità che è riuscito a dare alla squadra, sia per come ha gestito il rapporto con Cassano. Ha fatto una scelta "impopolare" tenendolo fuori a Udine però ha avuto ragione e a vedere oggi i festeggiamenti...

Se verrà alla Juve con Marotta, Garrone troverà sicuro dei buoni sostituti.

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Buono da poter allenare una squadra che mira a grandi risultati? ....non per pavoneggiare la mia squadra, ma dovrebbe puntare a questo la "juventus" ..poi se i dirigenti so na massa di incompetenti è un altro fatto

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La gioia di Pazzini: «Abbiamo compiuto un'impresa storica»

 

Il numero 10 della Sampdoria, incoronato a fine partita dai compagni, corregge il tiro e divide la gloria coi compagni: «Non solo io, ma tutti siamo re: questo gruppo, tutta la squadra».

 

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Alla fine la Sampdoria ce l'ha fatta. La qualificazione alla tanto sognata Champions League è stata raggiunta con pieno merito e la gioia per questo traguardo non può che essere immensa. Era da diciotto anni che la squadra blucerchiata non tornava a calcare i campi della massima competizione europea e, proprio per questo, il Giampaolo Pazzini che si presenta in Mixed Zone a fine gara è la maschera della felicità. Una felicità decisamente bagnata, visti i gavettoni ricevuti dai compagni, ma mai così grande: «Nessuno, neanche il più ottimista ci avrebbe scommesso un euro - attacca il Pazzo -, ma ce l'abbiamo fatta, compiendo un'impresa straordinaria, storica, condita anche dal record di punti della Sampdoria in Serie A. Tutto ciò è meraviglioso».

 

La partita. Una gioia meravigliosa, sì, ma assolutamente non facile come alcuni malignamente pensavano alla vigilia. Le resistenze del Napoli sono state decisamente difficili da piegare, e solo il gol del Pazzo blucerchiato ha permesso il successo: «All'inizio forse sentivamo un po' troppo la pressione di dover vincere: abbiamo sofferto e rischiato – spiega l'attaccante della Nazionale -, ma poi nel secondo tempo, complice anche il pareggio dell'Atalanta che ci ha dato nuove energie, ci siamo rimessi a posto».

 

Impresa. Partita a parte, però, a tenere banco ancora una volta è l'euforia mista all'incredulità per un qualcosa di impronosticabile alla vigilia del campionato. Pazzini è un fiume in piena e, incalzato dai giornalisti, prosegue il suo discorso: «Abbiamo fatto qualcosa di straordinario e secondo me meritavamo la qualificazione in Champions League già con qualche giornata di anticipo. Quando abbiamo iniziato a crederci veramente? Probabilmente dopo la vittoria di Roma, perchè dopo un'impresa del genere potevamo permetterci di andare a Palermo con due risultati su tre, anche se abbiamo giocato per vincere».

 

Futuro. Infine, inevitabile una domanda sul suo futuro, che viene però ribattuta nuovamente con uno stupendo sorriso, che lascia già intendere la risposta: «Lo ripeto ormai tutte le domeniche: ho tre anni di contratto con la Sampdoria e qui sto da Dio. In più oggi abbiamo raggiunto una cosa straordinaria, perchè dovrei andarmene?». Eh sì, Giampaolo, non troviamo proprio nessun motivo. Oggi meno che mai.

 

Gastaldello euforico: «Il nostro sogno si è realizzato»

 

È raggiante e allo stesso tempo incredulo il difensore blucerchiato, protagonista assoluto del quarto posto: «Forse non riusciamo ancora a capire cosa abbiamo fatto: è una soddisfazione troppo grande».

 

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Si dice spesso che i grandi risultati si ottengano innanzitutto grazie una grande difesa che subisce pochi gol. E a giudicare dalle prestazioni della retroguardia blucerchiata, non c'è nulla di più vero. Daniele Gastaldello, insieme a Lucchini, quest'anno ha formato una coppia difensiva di prim'ordine, una coppia che, insieme a quella dei Gemelli del Gol in attacco, può essere considerata come la vera e propria chiave di volta di questo quarto posto. Niente di più vero, certo, ma guai a dirlo al Gasta. Lui è un modesto che preferisce dividere i meriti coi compagni, e lo dimostra anche in Mixed Zone dopo la partita: «La chiave è stata il girone di ritorno giocato alla grande – esordisce ai taccuini e ai microfoni dei giornalisti -. Lo dicevo prima ai miei compagni nello spogliatoio: se avessimo giocato il girone di andata tenendo i ritmi del ritorno, ce la saremmo giocata per lo Scudetto. Queste comunque sono chiacchiere, siamo tutti felicissimi. Ci abbiamo creduto, e quando tu credi in qualcosa, i risultati prima o poi vengono fuori».

 

Successo. Vero, ma non è stato assolutamente facile. Anche oggi contro il Napoli, infatti, la vittoria è stata sì meritata, ma anche più che sudata. Il baluardo della Sampdoria, però, annuisce e non si scompone: «Il campionato è fatto di trentotto partite e noi ce le siamo giocate tutte dalla prima all'ultima – afferma -; questo successo è frutto di tutti i sacrifici fatti da questo gruppo. Oggi non era assolutamente facile: avevamo la pressione di una vittoria obbligatoria, che doveva arrivare per forza, ma l'importante, in fin dei conti, è essere riusciti ad ottenerla. Il Napoli è venuto qui a fare la sua partita, noi siamo stati bravi a batterli».

 

Svolta. Facendo poi un film del campionato, il difensore di Camposampiero analizza quali siano state le tappe fondamentali della cavalcata trionfale di questa stagione: «La svolta decisiva credo sia avvenuta ad Udine - spiega -. In quel momento tutto ci andava storto, ma da allora è partita la nostra cavalcata chiamata Champions League. Per me vale come una convocazione in Nazionale, ma siamo davvero tutti strafelici. Il nostro sogno, per cui abbiamo lottato tanto, si è finalmente realizzato: ora è il momento di festeggiare».

 

Gli elogi di Del Neri: «Grazie ai giocatori e all'ambiente»

 

Il tecnico blucerchiato non parla del futuro, ma solo della bravura dei suoi: «La Sampdoria oggi ha raggiunto la Champions ed ora voglio parlare solo di questo, soffermandomi su quello che hanno fatto i miei ragazzi».

 

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La Champions League. Luigi Del Neri, nella sua lunga carriera, non l'aveva mai raggiunta, neppure con il “suo” Chievo dei miracoli. Oggi però, anche lui, come la Sampdoria, può dire di avercela fatta, scrivendo il proprio nome nella storia della società di Corte Lambruschini. “Eroe” è la parola che viene ripetuta più volte in Mixed Zone, ma Del Neri risponde a questo epiteto ridendo, mostrando un sorriso che non nasconde la soddisfazione per il risultato raggiunto: «Non parliamo di eroismi, parliamo della squadra e del nostro risultato impensabile alla vigilia. Non abbiamo ancora metabolizzato ciò che abbiamo fatto, se non un pochino a fine gara grazie al nostro fantastico pubblico».

 

Pressione. «Sapevamo che oggi ci sarebbe stato da soffrire – prosegue poi il tecnico di Aquileia parlando della partita col Napoli -. Non era facile, perchè essere sottoposti sempre all'obbligo della vittoria è molto complicato. Dovevamo mantenere i nervi saldi di fronte a questa pressione e avere fiducia nei nostri mezzi: lo abbiamo fatto e, una volta realizzato il gol, è stato tutto più semplice».

 

Impresa. Semplice però non lo è decisamente stato per la Sampdoria nell'arco del campionato. Ci sono stati alti e bassi, certo, ma il timoniere dei sogni ha sempre tenuto sotto controllo il suo vascello blucerchiato, anche di fronte alle tempeste, che, nel girone di ritorno, sono state domate in maniera ottimale: «La squadra è stata fantastica per la continuità di risultati che ha inanellato - racconta Del Neri -: è lì che abbiamo vinto il nostro campionato. Combattere domenicalmente contro grandi squadre e batterle in sequenza non è una cosa che accade tutti i giorni, neppure alle formazioni più quotate».

 

Grazie. Ma quand'è che la Sampdoria ha cambiato pelle, riusciendo a cambiare il proprio campionato tramutandolo nel fantastico risultato di oggi? Il mister doriano ha la risposta prontissima: «La svolta è avvenuta nella partita di Udine, senza dubbio. Quella è stata la prima volta che rimontavamo dei gol subiti e la prima volta in cui siamo stati aiutati dalla fortuna al momento giusto – spiega - Questo ha fatto capire alla squadra quali erano i tempi e le soluzioni per ottenere questi grandi risultati. Devo dire grazie ai giocatori e all'ambiente intero».

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Daveta non sei l'unico a cui non appassiona più il calcio. Io, da juventino di nascita, da quando la società della juve è stata distrutta non ho più visto una partita. Un campionato senza una juventus competitiva non è più un campionato. Forza Inter...

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mah.

 

io devo essere l'unico a cui il calcio je fa na pippa.

 

Stai tranquillo che non sei l'unico.......... ;) Fosse per me solo nominare la parola calcio sarebbe reato punibile con i lavori forzati a vita..........

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Addirittura?

La mia (e quella di molti altri) è una passione, una malattia, chiamatela un pò come volete, ed è vero che il calcio di oggi (come moltissimi altri sport) è una merda, però una passione coltivata negli anni rimane, così come l'amore per la propria squadra!

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Garrone pensa in grande: «In Champions per restarci»

 

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La gioia per il quarto posto e la voglia di migliorare sempre, senza dimenticare la straordinarietà dell'impresa compiuta dalla Sampdoria in questa stagione: «Lo Scudetto è inarrivabile, ma vogliamo crescere ancora».

 

«Siamo a qui a commentare una stagione straordinaria. Abbiamo raggiunto un traguardo impensabile ad inizio stagione e che ancora tre mesi fa nessuno di noi immaginava di poter raggiungere. Siamo partiti forte, poi qualche episodio negativo ci ha tarpato le ali: se non avessimo subito torti macroscopici, evidenti a tutti, potevamo avere almeno cinque punti in più e a quest'ora staremmo a parlare di terzo posto e ingresso diretto nei gironi di Champions League. Non ero presente alla sfilata della squadra sul pullman scoperto per le vie del centro città, in mezzo a oltre sessanta mila tifosi, ma vedere lo stadio stracolmo e in festa è stata un'emozione forte, unica». Inizia così il presidente della Sampdoria Riccardo Garrone la conferenza stampa tenuta nella Fondazione di famiglia, nel cuore del centro cittadino.

 

Tifosi. «Una stagione fantastica, dove la squadra è riuscita ad andare al di là di ogni più rosea aspettativa, grazie anche all'apporto costante della tifoseria - prosegue il massimo dirigente blucerchiato -. All'inizio della mia avventura nel calcio non avevo compreso bene la straordinarietà dei supporter sampdoriani. Ora conosco meglio la tifoseria doriana che, rispetto a quella di altre società, pretende che i propri tesserati s'impegnino al massimo per il bene della Sampdoria».

 

Laga. Garrone apre una parentesi sulle questioni che nei prossimi mesi dovrebbero portare importanti mutamenti in seno alla Lega Calcio. «Mi sono sempre battuto, solo contro tutti, per una riforma del Palazzo e, non nascondo, che questo abbia comportato diversi scontri con colleghi e dirigenti importanti - racconta il primo tifoso blucerchiato -. Dal prossimo luglio, ovvero da quando la divisione tra Lega di Serie A e quella di Serie B diverrà effettiva, spero che le cose possano migliorare ulteriormente. Molte è stato fatto, ma c'è ancora da migliorare diversi aspetti. La Lega svilupperà anche un proprio settore marketing, come avviene già in Inghilterra per la Premier League, un passo importante per capitalizzare al massimo il prodotto calcio».

Marotta. Nella giornata di lunedì, la società ha comunicato attraverso un comunicato stampa il passaggio del testimone da Marotta all'accoppiata Gasparin-Tosi, che andranno rispettivamente a ricoprire le cariche di direttore generale e direttore sportivo. «Ho sempre lasciato carta bianca a Marotta e ho sempre detto che se un manager ambizioso ha l'opportunità di crescere e di andare a ricoprire una carica importante in una società prestigiosa, come la Juventus, non avrei opposto alcuna resistenza, come del resto non avevo fatto neppure la scorsa estate».

 

Gasparin. «Sergio Gasparin è un manager di successo, che conosco da diversi anni, anche per il suo operato al di fuori del calcio - ha precisato Riccardo Garrone -. Senza dubbio è un uomo diverso rispetto alla massa che contraddistingue i dirigenti del calcio: anni fa, quando ero consigliere della Lega Calcio, lo proposi come direttore Generale, carica allora inesistente in via Rosellini, ma trovai l'opposizione delle grandi. Ciò dimostra quanta stima abbia di Gasparin, con il quale ho già avuto un primo summit operativo in teleconferenza e ne ho fissato un secondo nella giornata di giovedì, quando sarà a Genova ed incontrerà i mezzi d'informazione».

 

Tosi. «Doriano Tosi invece arriva alla Sampdoria con otto anni di ritardo - prosegue il presidente -. Non è mistero infatti che al momento di rilevare la Sampdoria, la mia scelta fosse ricaduta proprio su di lui per affidargli il ruolo di direttore generale. Poi rifiutò per motivi familiari, la moglie era restia a trasferirsi da Modena a Genova: lui restò nella bellissima città emiliana e allora arrivò Marotta».

 

Mister e mercato. Sul nome del sostituto di Del Neri e sulla campagna acquisti, Garrone non si sbottona: «Gasparin e Tosi sono già al lavoro e da giovedì inizieremo a parlare della questione allenatore: c'è una rosa di cinque-sei nomi che sono stati fatti, da quella rosa uscirà quello del nuovo tecnico. Un esodo verso la Torino bianconera? Sappiamo di essere ai preliminari di Champions e quindi dovremo attuare una campagna rafforzamenti tale da poter competere su tre fronti. I capisaldi, ovvero i pezzi pregiati, non si toccano. Sino a quando non avremo la certezza di entrare nella fase a gironi della massima competizione continentale, non potremo completare la rosa né in entrata né in uscita, ma abbiamo giovani di valore in prestito che sicuramente rientreranno per rafforzare la rosa dal punto di vista numerico, per non avere brutte sorprese in campionato».

 

Nuovo stadio. L'approdo ai preliminari di Champions League potrebbe far smuovere qualche scoglio che fino a questo momento ha bloccato la possibilità di trovare un'area adeguata per costruire il nuovo stadio. «Genova ha avuto fin dai tempi del Medioevo e poi nel Rinascimento lotte intestine, nate dalla carenza di territorio - puntualizza il numero uno di Corte Lambruschini -. Credo che l'unica area utile in questo momento sia quello dell'aeroporto e spero che dicendo questo non venga nuovamente accusato di turbativa d'asta».

 

Auspicio. Per chiudere, a chi gli chiede se la Sampdoria sia arrivata a questi livelli per restarci a lungo, il presidente risponde: «L'auspicio è quello di di crescere sempre di più. Ovviamente in questo momento è impensabile poter competere per lo Scudetto, ma sicuramente faremo di tutti per rimanere a lungo a certi livelli. Del resto il pallone è rotondo e ci sono anche gli avversari, ma la Sampdoria in questi anni ha costruito una base solida sia a livello societario che sportivo e questo fa ben sperare».

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